Nati Per Muoverci by Nerio Alessandri

Nati Per Muoverci by Nerio Alessandri

autore:Nerio Alessandri [Alessandri, Nerio]
La lingua: eng
Format: epub
Amazon: B010VOY3ZC
editore: Baldini+Castoldi
pubblicato: 2014-10-27T23:00:00+00:00


A proposito di vittorie e grandi orgogli nazionali, Technogym deve molto alla Ferrari. Quando Schumacher passa al marchio di Maranello, nel 1996, noi vorremmo seguirlo, ma ci troviamo di fronte la scuderia più famosa e ambita del mondo e dobbiamo conquistare la loro fiducia. Il primo anno riusciamo ad avere un contratto per fornire una piccola palestra alla squadra, ma investimenti più consistenti sono impensabili, fuori mercato per noi. Con la Benetton avevamo dato vita a un’innovazione fortunata, ma adesso anche Technogym è cambiata e con lei la nostra filosofia, per non parlare del fatto che i contratti di sponsorizzazione con Ferrari richiedono impegni economici molto elevati. Inoltre, mettere il logo sull’auto, sebbene dia grande visibilità, non sarebbe credibile per far passare il messaggio che ci interessa, quello del Wellness. Tutti son capaci di investire per avere il marchio sulle vetture, più difficile è trovare l’idea che permetta al pubblico di associare immediatamente un evento, un oggetto, un personaggio al marchio. A noi più che essere collegati alla meccanica dell’auto serve essere abbinati alla forma fisica del pilota e del team.

Ora, per arrivare a Schumacher bisogna trattare con Jean Todt, il manager della Ferrari. Farci ricevere non è facile, ma alla fine riusciamo ad avere un appuntamento in vista del campionato del ’97. Mentre andiamo in auto a Maranello prepariamo una strategia per la trattativa. Sappiamo che Todt è molto esigente e quindi bisogna agire con creatività. Noi conosciamo bene Schumacher e sappiamo che anche lui vuole continuare la collaborazione con noi che, fra l’altro, gli abbiamo costruito una palestra per allenarsi nel suo chalet in Svizzera. Decidiamo che il nostro punto di forza sono i 5 anni passati con Schumacher alla Benetton.

Quando entriamo nel suo ufficio, Todt si mostra subito professionale, ma fermo sulle sue posizioni. Mi lascia parlare per un po’, poi a bruciapelo mi dice: «Ma voi quanto volete investire? Lei sa che è venuto in Ferrari, vero? Quant’è il vostro budget?»

Io: «Noi soldi per le sponsorship non ne abbiamo».

«E allora perché è venuto qua?»

«Perché avrei un’idea che credo possa interessarla.»

Sapevo che non avrebbe dato grande attenzione a un progetto così piccolo come il nostro. Resto nel vago per prendere tempo, per farlo incuriosire, intanto gli faccio domande per capire se le sue esigenze possono essere soddisfatte dalla nostra proposta, e a un certo punto gli dico: «Schumacher è legato al fitness, al training, è un maniaco dell’allenamento, si allena di giorno e di notte e lo fa da anni sui nostri attrezzi. Noi vi mettiamo a disposizione la prima palestra viaggiante che seguirà Schumacher in tutti i gran premi, dappertutto nel mondo.»

Todt cambia completamente atteggiamento da un momento all’altro. Mi lancia un’occhiata e mi dice: «Ma quanto costa?»

«Diversi miliardi di lire.»

E lui: «Ma lo fareste voi?»

«Sì.»

«E chi lo paga?»

«Lo paghiamo noi.»

«E poi?»

«Io vi metto a disposizione la palestra viaggiante, voi la usate per Schumacher. Prima d’ora non l’ha ancora fatta nessuno una palestra viaggiante che segue il campione più famoso della Formula 1 in tutti i gran premi.



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